
Giusto qualche giorno fa, nel suo ennesimo editoriale, il prode Minzolini celebrava la nuova veste del Tg1, il Tg con la “T” maiuscola, e il suo nuovo sito, che “farà arrivare nelle voftre cafe un fiume di notiffie“.
Come i miei 2,5 lettori sapranno, il Tg1 ha anche una pagina Facebook; o meglio, ne aveva una che è stata chiusa per i troppi insulti (i soliti comunistacci). Dopo qualche giorno è stata creata una nuova pagina: difficile dire se sia un fake creato da qualche buontempone o se sia veramente gestita dalla redazione del Tg1; spererei più nella prima ipotesi, visto il tenore dei post pubblicati: il caro gelati, gli slip intelligenti che monitorano la pressione sanguigna, gli elefanti che giocano a calcio e, per l’appunto, i tacchi a spillo sui campi verdi in Sudafrica.
Una cosa che salta subito all’occhio è il fatto che titolo e testo dei link pubblicati sono totalmente slegati: il titolo è quello esatto dell’articolo, mentre il testo descrittivo è sempre uguale e non attinente all’articolo.
Per curiosità, vado a vedere i sorgenti delle loro pagine: tra centinaia di errori di validazione, copia/incolla selvaggi da Word e strafalcioni di codice degni di un sito degli anni ’90, ci metto poco a scoprire il perché: sono totalmente assenti i meta tag (keywords e description), e come primo contenuto testuale c’è un div “intervista” – presente su tutte le pagine, ma nascosto tramite CSS – che contiene l’articolo incriminato; il parser di Facebook, non trovando i meta tag, va a prendere il primo blocco di testo che trova, e il simpatico risultato è questo:

Quanto ci metteranno ad accorgersene? Mentre scrivevo questo post, il contenuto del <div> incriminato è cambiato, non si parla più di tacchi a spillo ma di magie e bellezze d’oriente. :D